Di Leonardo Antognoni –
Abbiamo intervistato il professor Marco Cavalieri, direttore artistico dello scavo, per parlare del Prix Clio e del passato e del futuro della villa tardoantica
Una commissione scientifica indipendente ed internazionale ha attribuito alla ricerca archeologica in corso presso la villa tardoantica di Aiano il terzo premio nel prestigioso “Prix Clio pour la recherche archéologique” (il “Premio Clio per la ricerca archeologia”). Abbiamo incontrato il direttore scientifico degli scavi, il professor Marco Cavalieri, docente di archeologia romana e antichità italiche dell’Université catholique de Louvain (l’Università cattolica di Lovanio, in Belgio) per parlare di questo prestigioso riconoscimento, un premio internazionale rivolto ai progetti scientifici nei paesi francofoni, quali la Francia, il Belgio, la Svizzera, il Canada e non solo, e per approfondire la storia della villa di Aiano e le prospettive a breve e a medio-lungo termine per la villa stessa, con il progetto di fare del sito una zona fruibile in ogni momento dell’anno da parte dei visitatori.
“Una giuria internazionale e assolutamente indipendente ha valutato l’integrazione fra lo scavo archeologico, cioè la solidità scientifica del nostro lavoro, e la capacità di preservare il dato archeologico e di comunicarlo al grande pubblico” ha spiegato il professor Cavalieri.
Il direttore scientifico di scavo è a capo di un gruppo di lavoro italo-belga che collabora con il Comune di San Gimignano, dove si trova la villa di Aiano, e la competente Soprintendenza archeologica per le province di Siena, Grosseto e Arezzo. “Con qualche interruzione, stiamo portando avanti questo lavoro di squadra dal 2005 e con questo premio è stato riconosciuto il carattere esemplare del nostro scavo per la comunità scientifica”.
Se lo scavo è partito nel 2005, il contesto archeologico è conosciuto almeno dagli anni Trenta del XX secolo, citato anche da Ranuccio Bianchi Bandinelli. “Il sito ha destato la mia attenzione perché i materiali che emergevano, attraverso le arature o quelli raccolti dalle associazioni archeologiche locali, come quella archeologica di San Gimignano, mostravano una forchetta cronologica che abbraccia vari secoli: dall’età Ellenistica (IV-III sec a.C) e fino al VII d.C.” ha proseguito Cavalieri.
Nel corso dell’intervista il docente dell’università di Lovanio ha illustrato le difficoltà dello scavo, dovute anche alla pandemia, le modalità di intervento e la struttura architettonica; le collaborazioni in atto, come quella con il Cnr di Roma per una restituzione in 3D della villa. “Saremo sul sito per una parte del mese di luglio e per una parte del mese di agosto, con cinque campagne di scavo. Abbiamo intenzione di organizzare con il Comune, come facevamo in tempi pre-pandemici un’open day, un giorno di apertura al pubblico che sarà domenica 7 agosto”.
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