Analisi archeometriche sulla ceramica
Le ceramiche rivestite di rosso e le acrome grezze sono state analizzate utilizzando differenti metodologie analitiche (osservazioni al microscopio ottico polarizzatore, diffrattometria a Raggi X, fluorescenza a Raggi X, microscopia elettronica a scansione, spettroscopia ad infrarosso in trasformata di Fourier, micro-Raman). Queste analisi sono state realizzate nell’ottica di caratterizzare gli impasti e le coperture delle ceramiche rivestite di rosso e la composizione dell’impasto e dello smagrante delle acrome grezze. E’ stata inoltre effettuata una trattazione statistica dei dati allo scopo di raggruppare i diversi gruppi ceramici.
Nel caso delle acrome grezze informazioni interessanti si ottengono dall’osservazione al microscopio ottico ed elettronico che confermano il reimpiego come smagrante di alcuni materiali lapidei pertinenti l’antico impianto romano della Villa (es. molti frammenti di marmo).
Nel caso delle rivestite di rosso importanti risultati si ottengono con le analisi micro-chimiche, le principali differenze riguardano la composizione dei rivestimenti: si tratta di ingobbi ottenuti utilizzando argille più depurate, ma senza arricchimento in minerali di Fe.
Analisi archeometriche sui marmi
Su alcuni campioni di materiali lapidei pertinenti l’antico impianto romano della Villa sono state effettuate indagini archeometriche allo scopo di classificarli ed indicarne la provenienza.
In particolare sono stati riconosciuti e classificati frammenti di marmi bianchi e gialli, il porfido verde antico (Lapis Laecedaemonius), il porfido rosso (Lapis porphyrites) e varie brecce (Portasanta, Pavonazzetto). Sono stati riconosciuti blocchi di materiali locali (es. serpentiniti).
In particolare per i marmi bianchi sono state realizzate analisi al microscopio ottico polarizzatore corredato da appositi software per la valutazione della granulometria, analisi chimiche e mineralogiche, analisi isotopiche al fine di indicare le possibili zone di provenienza del materiale.
Analoghe procedure analitiche sono state applicate sulle brecce.
Emma Cantisani (Ceramologa – Università di Firenze)